Altra sera

e stesso strazio.
Sangue, alcolici e sigarette; il mondo è sempre brutto.
Non voglio vedere, non voglio pensare.
Non voglio assistere allo spettacolo terrificante della distruzione.
Voglio spegnere il cervello, voglio svegliarmi da questo incubo.
Non può essere vero, non sono io la donna che sta scrivendo, che sta vivendo questo strazio.
Le cose non vanno come dovrebbero.
Non è così come doveva essere.
Ogni singolo attimo di ogni singolo giorno è un’agonia senza fine, un piccolo passo nella folle corsa verso l’autodistruzione.
Finché sarò in grado di allineare lettere, in modo che formino frasi di senso compiuto, in italiano corretto, non otterrò ciò che desidero: lasciarmi andare e non pensare.
Non pensare.
Non pensare.
Non pensare.

Il mio sangue è freddo.
Sono ancora *dannatamente* lucida.
Non è giusto.
Oh, voi che mi avete ridotto alla disperazione… sappiatelo!
Sappiatelo!
È colpa vostra!
Voi mi avete ridotta così!
Io vi amo, voi non mi amate.
E, per l’ennesima volta, non posso darvi torto.
Sono ancora *troppo* lucida.

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